Per costruire una comunità energetica… ci vuole (anche) un libro!

“La libertà non è star sopra un albero 
Non è neanche il volo di un moscone 
La libertà non è uno spazio libero 
Libertà è partecipazione”

Cantava Giorgio Gaber.

E se la libertà è accesso, diritto di parola, la partecipazione è diritto di essere ascoltati.

La lettura partecipata dell’albo illustrato Forte come il sole, che ha coinvolto i piccoli e le piccole della Scuola dell’Infanzia Ada Negri di Bologna, educatrici e cittadini/e, è stata l’occasione per condividere con chi in questi tre anni di progetto ha contribuito a scrivere una storia che parla di energia pulita, condivisione, scambio e solidarietà energetica.

Il libro, destinato all’infanzia, al mondo della scuola e ai centri di educazione ambientale, è un albo illustrato che racconta il mondo dell’energia pulita attraverso parole ed immagini, non in forma di sussidiario, ma di racconto poetico. La luce di una candela diventa metafora di energia; intorno a lei si riuniscono gli abitanti di un intero condominio che, pur restando fermi, accompagnano i/le lettori/lettrici in un viaggio alla scoperta delle fonti rinnovabili, in un’ottica di scambio e di solidarietà come forme di contrasto alla povertà energetica. Vitale per promuovere la discussione sul percorso di costruzione portato avanti da GECO negli ultimi tre anni e sulle prospettive future delle comunità energetiche sul territorio locale di Roveri e Pilastro.

L’albo è esso stesso frutto di co-progettazione e partecipazione. Realizzato a partire dalle riflessioni sul “pensiero ecologico” proposte dalla scrittrice e sociologa Tiziana Bruno, ha preso corpo dai laboratori realizzati in co-progettazione con Fattoria Urbana e dalle sperimentazioni realizzate con Sara Di Fabrizio, le educatrici della Scuola dell’Infanzia Ada Negri e le loro classi, dai percorsi di lettura promossi in collaborazione con la Biblioteca Luigi Spina di Bologna. Si è poi materializzato nelle bellissime illustrazioni realizzate dall’artista Marina Cremonini.

E con una lettura, condivisa e partecipata, si è concluso GECO, progetto che ha svolto un ruolo da apripista a Bologna in direzione di un modello – quello della CER – di “innovazione sistemica”, ossia, un’innovazione che costringe a ripensare il modello complessivo su cui si basa la produzione, la distribuzione e l’approvvigionamento dell’energia, il consumo, generando “economie locali” a basse emissioni di carbonio e circolari. 

Si conclude con una storia per l’infanzia che ci riporta a Italo Calvino, che con le sue fiabe, per grandi e picconi, sapeva raccontare l’umanità e il cui romanzo “Palomar” aveva ispirato riflessioni sulle qualità di rigenerazione e resilienza del geco:

La segmentazione ad anelli di zampe e coda, la picchiettatura di minute piastre granulose sul capo e sul ventre dànno al geco un apparenza di congegno meccanico una macchina elabora- tissima, studiata in ogni microscopico dettaglio, tanto che viene da chiedersi se una tale perfe- zione non sia sprecata, viste le operazioni limitate che compie. O forse è quello il suo segreto: soddisfatto d’essere, reduce il fare al minimo?

Italo Calvino, Palomar

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